ESAMI DIAGNOSTICI DELL’APPARATO UDITIVO

L’ipoacusia consiste nella parziale o totale compromissione dell’udito.  Tale condizione può essere di natura congenita, ma in genere compare in gran parte della popolazione dopo i 60 anni e può essere classificata come lieve, moderata, grave e profonda; possono determinarla sia l’invecchiamento che alcune malattie infettive, l’assunzione di farmaci otossici e traumi acustici.  Dopo un’accurata anamnesi effettuata dallo specialista, il paziente viene visitato con l’otoscopio, strumento che indirizza una luce nell’orecchi permettendo di esaminare la membrana timpanica ed il canale uditivo esterno.  Con tale sistema si individuano varie alterazioni quali ostruzione causata da cerume, fluidi o corpi estranei, infezioni a livello del concotto uditivo (con esame della membrana timpanica che in caso di infezione risulta rossa), la presenza di fluido dietro il timpano, la perforazione e la timpanosclerosi.  Per valutare la presenza o meno di ipoacusia si effettua l’esame audiometrico in una cabina anecoica.  Viene inviata al paziente tutta una gamma di suoni e l’interessato deve segnalare quelli che sente, permettendo così allo specialista di capire il range uditivo e di prescrivere l’usa di apparecchi acustici adeguati.

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